Il modello dei “Laboratori Diffusi” è stato scelto al fine di poter meglio esprimere (e meglio comunicare verso l’esterno) una capacità di fare ricerca, articolata per finalità strategiche, competenze e capacità che trascenda dalle articolazioni interne e dalle specifiche occasioni di finanziamento, ma possa al contrario essere sempre spendibile per le occasioni che si dovessero presentare a ciascun ricercatore (progetti nazionali, internazionali, collaborazioni con aziende…).
La creazione dei laboratori diffusi nasce quindi da una azione di armonizzazione delle risorse e dei laboratori già presenti nel nostro dipartimento, grazie alla quale le rilevanti potenzialità esistenti vengono combinate sinergicamente e strategicamente per ottenere (a) una qualità significativamente migliorata dei servizi, e (b) una visibilità armonica e maggiormente efficace delle nostre infrastrutture di ricerca verso l’esterno.
La struttura di ogni laboratorio è articolata secondo una matrice che definisce le intersezioni tra una serie di TECNICHE (già disponibili, da potenziare o da acquisire), e una serie di APPLICAZIONI (temi di ricerca). Le INTERSEZIONI tra righe e colonne definiscono le attività (o task) portate avanti dal laboratorio. Ogni tecnica e ogni applicazione saranno in genere riferibili a un gruppo o un laboratorio già esistente nel dipartimento.